Cenni Storici

  L'evoluzione delle fortificazioni genovesi è andata di pari passo con gli equilibri politici  che l'antica Repubblica Marinara ha raggiunto, per imposizione o per scelta, nel corso dei secoli.

  Esse dovevano anzitutto adattarsi all'espansione urbanistica della città: pare che le Antiche Mura, di cui i forti sono parte integrante, siano la settima cinta realizzata per la sua difesa.

  Inoltre, l'altalenarsi delle alleanze militari ed il cambio di sovranità hanno costretto i cannoni a cambiare più volte le loro direttrici di tiro.

  In generale, la difesa di Genova si è articolata in tre periodi storici fondamentali: il 1600, periodo della Repubblica e nemica del Piemonte; 1800, prima dell'unità d'Italia, quando si temeva che la Francia potesse invadere il Piemonte da Sud; Seconda Guerra Mondiale, quando gli attacchi proveniva dal cielo e dal mare, nemici prima della Francia, e poi del Mondo.

 Lo  sviluppo dei  Forti è iniziato nel 1626, con la Repubblica: a  

quel tempo si temeva un'invasione da Nord, ad opera del Piemonte. Tutta la popolazione venne chiamata a collaborare alla costruzione: dopo sei soli anni, nel 1632, essa poteva considerarsi ultimata; il progetto originale differiva comunque da quello attuale, implementato dal Genio Militare di Sardegna nel 1800, per adattarsi alle nuove esigenze strategiche.

  Il nemico era la Francia, gli armamenti progredivano velocemente. Venne riprogettata l'intera linea, potenziata la capacità offensiva e difensiva dei forti, estendendo la difesa dal Forte Sperone al Forte Diamante, come la conosciamo oggi. Essa dimostrò la sua importanza strategica già durante l'assedio austriaco del 1747, quando Genova dovette difendersi dall'avanzata austriaca; per questo motivo, negli anni a venire l'esercito Piemontese avvertì la necessità di realizzare opere che ne garantissero il presidio. 

  Purtroppo, gli armamenti di inizio '900 avevano già reso obsolete quelle fortificazioni. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, poi, con il controllo aereo, i forti vennero declassati a postazioni complementari, talvolta rasi al suolo per realizzare moderne batterie antiaeree (come accadde al Forte Fratello Maggiore). Data la posizione dominante, essi vennero comunque armati ed utilizzati come depositi.

  Proprio durante la Seconda Guerra vennero realizzate le fortificazioni in caverna, con casamatta in calcestruzzo resistente ai grossi calibri. L'ultimo stadio di difesa militare è rappresentato dalle installazioni costiere del Regio Esercito, prima, e della Todt nel periodo compreso tra il 1943 ed il 1945.

  Oggi resistono ancora, disarmati e spesso abbandonati. 

 

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