quel
tempo si temeva un'invasione da Nord, ad opera del Piemonte. Tutta la
popolazione venne chiamata a collaborare alla costruzione: dopo sei soli
anni, nel 1632, essa poteva considerarsi ultimata; il progetto originale
differiva comunque da quello attuale, implementato dal Genio Militare di
Sardegna nel 1800, per adattarsi alle nuove esigenze strategiche.
Il nemico era la Francia, gli armamenti progredivano velocemente. Venne
riprogettata l'intera linea, potenziata la capacità offensiva e difensiva
dei forti, estendendo la difesa dal Forte Sperone al Forte Diamante, come
la conosciamo oggi. Essa dimostrò la sua importanza strategica già
durante l'assedio austriaco del 1747, quando Genova dovette difendersi
dall'avanzata austriaca; per questo
motivo, negli anni a venire l'esercito Piemontese avvertì la necessità di realizzare opere
che ne garantissero il presidio.
Purtroppo, gli armamenti di inizio '900 avevano già reso obsolete quelle
fortificazioni. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, poi, con il
controllo aereo, i forti vennero declassati a postazioni complementari,
talvolta rasi al suolo per realizzare moderne batterie antiaeree (come
accadde al Forte Fratello Maggiore). Data la posizione dominante, essi
vennero comunque armati ed utilizzati come depositi.
Proprio durante la Seconda Guerra vennero realizzate le fortificazioni in
caverna, con casamatta in calcestruzzo resistente ai grossi calibri.
L'ultimo stadio di difesa militare è rappresentato dalle installazioni
costiere del Regio Esercito, prima, e della Todt nel periodo compreso tra
il 1943 ed il 1945.
Oggi resistono ancora, disarmati e spesso abbandonati.
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