Le Batterie di Genova

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Descrizione

Entrata ex Osteria Belvedere, con magnifica vista mare

Il portico dell'osteria, adiacente alle caserme

Vista delle caserme ex Batteria (ed ex Osteria)

Un altare "da campo" ed iscrizione della Milizia

Una delle piazzole di tiro allo scoperto e, sullo sfondo, la postazione osservatorio

Accesso alle riservette della piazzola di tiro

Riservetta, al termine di una scalinata in cunicolo

 

   La Città di Genova era strategicamente importante per il porto ed i complessi industriali che vi sorgevano nelle immediate vicinanze (la Ansaldo produceva armamento bellico pesante) e, per questo, occorreva una difesa costiera adeguata per proteggerla da possibili incursioni navali. 

  La progettazione del sistema difensivo venne affidata al Regio Esercito e risale al 1935; comprendeva 4 Batterie allo scoperto, armate con cannoni navali in barbetta destinati ad unità militari della 1^ Guerra Mondiale e mai completate. Le installazioni vennero ubicate e nominate come segue:

  1) 202^ Batteria Costiera da 152mm di Punta Chiappa presso Località San Rocco

  2) Batteria Mameli da 152mm sulle alture di Pegli

  3) 200^ e 251^ Batteria da 152/381mm del Monte Moro ( Quinto e Nervi)

  4) 250^ Batteria di Punta San Martino presso Arenzano

 

  Le Batterie vennero affiancate dai Treni Armati, sistemi difensivi su rotaia che trovavano riparo nelle gallerie ferroviarie; la sede del comando operativo era a Genova, mentre La Spezia ne gestiva la logistica. Montavano cannoni da 120/152 mm e mitragliatrici Breda da 13,2 mm.

 

  Due pontoni armati con cannoni da 190 e 381mm erano ormeggiati nel porto di Genova e completavano la difesa costiera della città. Con lo scoppio delle ostilità,  purtroppo, tutte le lacune del sistema difensivo e l'inadeguatezza degli armamenti costrinsero lo Stato Maggiore a rivedere tali installazioni, senza grossi miglioramenti.

 

  Solo dopo l'8 Settembre del '43, quando la città venne occupata dai Tedeschi, l'Organizzazione Todt provvide a rinforzare alcune delle Batterie già esistenti mediante la copertura delle piazzole con casamatte resistenti al tiro diretto dell'artiglieria navale ed ai bombardamenti aerei.

 

  La Batteria Mameli e le Batterie del Monte Moro rappresentavano il fulcro della difesa di Genova, poderosamente armate e logisticamente agevolate alla difesa. Tuttavia, i loro unici interventi si verificarono al termine del conflitto, quando la guarnigione di presidio rifiutò di arrendersi ai Partigiani ed agli Alleati, nella speranza di potersi unire ai battaglioni Tedeschi in ritirata. 

 

  Le foto a lato si riferiscono alla batteria contraerea sulla vetta del Monte Moro (la Batteria Alta). Una iscrizione sotto un altare da campo, in una grotta tra le caserme della vetta, la intitola come segue: "3a Legione Milizia Art. Contraerea - La Dominante - 15^ Batteria 1940 XVIII ". 

  I locali militari, dopo il conflitto, ospitarono l'ormai abbandonata Osteria Belvedere, ormai abbandonata, come le casermette nel piazzale adiacente. A quota inferiore, perfettamente conservate, quattro piazzole di tiro contraereo e navale, ciascuna dotata di una riservetta in caverna accessibile tramite scala in cunicolo direttamente dalla piazzola, ed una sfuggita di emergenza con scaletta alla marinara. L'intero complesso, aperto e visitabile con una certa sicurezza, garantisce una magnifica esperienza panoramica.  

 

  In attesa di effettuare personalmente le escursioni alle altre installazioni, mi permetto di segnalare alcuni Siti dedicati alla difesa costiera della città di Genova:

 

a) Progetto Monte Moro - Sito interamente dedicato alle Batterie del M. Moro

b) Decca Fortificazioni - Pagina sulla Difesa Costiera di Genova

c) Articolo Carlo Clerici sulla Difesa Costiera del Golfo di Genova

 

 

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