Savona - Priamar

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Descrizione

      

L'ingresso dal Ponte San Giorgio, che conduce alla piazza della Sibilla, entro la Cittadella

Uno dei 4 Tobruk all'interno del Priamar

Area archeologica: rovine dei primi insediamenti

Fossato: tra Baluardo S.Carlo e il Palazzo degli Ufficiali

Fossato: tra Palazzo Sibilla e quello dello Stendardo

  

  La Fortezza del Priamar sorge sull'omonima rocca, da sempre il cuore dell'abitato di Savona: proprio per questo motivo, quando la Repubblica di Genova volle colpire la città (divenuta rivale sia sotto il profilo militare, che quello economico), eresse il proprio presidio fortificato sulle rovine dei primi insediamenti; tra di essi sorgeva anche l'antica cattedrale di Savona, all'epoca una delle più belle del Mediterraneo, che venne abbattuta per far posto ai palazzi della Cittadella. Erano i primi anni del 1500.

  I primi sviluppi fortificati del Priamar risalgono al Basso Medioevo, ma la Fortezza così come la conosciamo venne iniziata soltanto verso la metà del 1500, per terminare circa 200 anni dopo; la sua funzione strategica era quella di assicurare alla Repubblica di Genova un controllo diretto sulla città di Savona dopo la sua conquista, oltre alle vie di infiltrazione del Regno Sabaudo a Nord. La necessità di difendere tale confine è evidente anche nella cintura fortificata realizzata sulle alture di Genova, per contenere eventuali tentativi di invasione Piemontese.

  La dominazione Genovese si interruppe con l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna dei Savoia, che però non riuscì a resistere all'avanzata di Napoleone. In quegli anni di guerre, il Priamar cambiò spesso occupanti, pur mantenendo la sua funzione di fortezza armata, dalle dimensioni ben più grandi di quelle attuali. Persino Napoleone, durante la campagna d'Italia, vi stabilì una guarnigione e vi rinchiuse Papa Pio VII. 

  Soltanto con la caduta di Napoleone a Waterloo, a seguito della restaurazione coordinata dal Metternich nel 1815, la Liguria tornò al Regno di Sardegna e la Fortezza del Priamar divenne un carcere. Proprio qui, infatti, verrà rinchiuso Giuseppe Mazzini a causa delle sue idee rivoluzionarie, per alcuni mesi tra il 1830 ed il 1831.

  Non ho trovato notizie sulle condizioni della fortezza durante la Prima Guerra Mondiale. Quello che risulta evidente dalle tracce lasciate dalla Todt è che, durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Fortezza furono realizzate quattro postazioni Tobruk che sopravvivono ancora oggi, e non è da escludere che il presidio della Wermacht  fosse anche più robusto. Una parte della fortezza è stata infatti spianata per l'ampliamento dello scalo marittimo, perciò non è da escludere che altri interventi siano stati cancellati con il resto delle mura.

  Dopo un periodo di totale abbandono durato quasi 50 anni, la città di Savona ha riscoperto il valore di un monumento di tale imponenza. La maggior parte dei Palazzi è stata restaurata come sede di Musei, Palestre e congressi; all'interno vi sono altri esercizi commerciali, per soddisfare le esigenze del pubblico in visita, ma anche aree verdi panoramiche dove poter semplicemente ammirare il mare. La visita di alcune aree è stata interdetta, soprattutto quelle sotterranee non ancora sottoposte a restauro. Nella piazza centrale della Sibilla, il sito archeologico dei primi insediamenti è sì recintato, ma i lavori sono fermi. E' possibile esplorare liberamente molte aree della Fortezza negli orari di apertura, all'interno delle quali sono stati creati dei percorsi di visita molto interessanti. 

  La visita del Priamar è certamente emozionante, e dovuta. La limitata emozione della "scoperta" (che si gode nelle opere in abbandono) è compensata dalla maestosità del monumento e dalla certezza della sua sopravvivenza al tempo.  

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