La militarizzazione dell'Arcipelago della Maddalena inizia nel 1767, al termine di una contesa tra il Regno Sabaudo e la Repubblica di Genova, stanziata a  Bonifacio per il controllo dell'omonimo canale, che pretendeva di estendere il presidio anche alla Maddalena. Lo scontro si risolse con l'occupazione militare Piemontese di quelle isole ritenute strategicamente fondamentali. 

  Inizialmente il presidio venne affidato ad una guarnigione alloggiata in baraccamenti riparati e postazioni costiere ma, con l'avvenuta unità d'Italia ed il riconoscimento della Famiglia Savoia come sovrana del nuovo stato, il ruolo della Maddalena come piazzaforte militare impose il perfezionamento di un sistema difensivo capillare, costituito da opere di diversa tipologia, in grado di fornire la protezione necessaria alla flotta della Regia Marina là ricoverata.

  Già nella seconda metà del 1850, il sistema difensivo era costituito da installazioni permanenti di una certa importanza (ad esempio Forte Guardia Vecchia, Forte S. Teresa, Forte S. Andrea, Forte S. Giorgio e Forte Carlo Felice) ma solo nel 1887 venne varato dallo Stato Maggiore un decreto per illustrare quali opere si dovessero realizzare ulteriormente, per tutelarsi dai venti guerra che spiravano in Europa.

  Come al solito, il grande nemico da cui difendersi era la Francia. Gli stessi spauracchi d'invasione (che Napoleone aveva concretizzato con tragica efficacia) portarono il Regno d'Italia a fortificarsi con Batterie imponenti, di moderna concezione. In Liguria vennero realizzati sbarramenti stradali dislocati da lungo tutto il ponente, ed anche alla Maddalena si implementò la difesa con un numero imponente di opere, che avrebbe mantenuto un ruolo determinante sino al termine della Seconda Guerra Mondiale, prima di diventare sede di una base navale Americana.

  Le funzioni del presidio erano la sorveglianza militare del Canale di Bonifacio e il ricovero sicuro e sorvegliato alla Flotta della Regia Marina, anche contro un eventuale sbarco nemico sulle coste con scopo d'occupazione; tali batterie sarebbero infatti intervenute per battere con fuoco intenso qualunque minaccia dal mare. In un'epoca in cui non era ancora stato scoperto il volo, un tale sistema fortificato garantiva la protezione dell'intera flotta.

  In tutto l'Arcipelago sorgono batterie di varia tipologia, a terra e persino subacquee, affidate a stazioni lanciasiluri. La loro mimetizzazione si adatta alla morfologia del terreno: il mascheramento è realizzato con i materiali naturali che le circondano, sfruttando poi insenature, cavità ed ostacoli naturali al fine di camuffarle ulteriormente. 

  Oltre alle fortezze, sulle coste delle varie isole vi sono numerose postazioni da cannone in barbetta, ben defilate, servite da locali logistici interrati che garantivano la sussistenza della guardia. Scale ritagliate nella roccia, fonti sorgive riparate, magazzini e cameroni di ricovero sono costruiti in posizione defilata, al riparo dal fuoco nemico. Anche la costa Sarda di Palau venne opportunamente armata per incrociare i fuochi con i pezzi dell'Arcipelago della Maddalena. 

  Il dominio della Regia Marina durante la Prima Guerra Mondiale fu totale. 

L'avvento del periodo fascista favorì l'alleanza militare con la Germania di Hitler, il quale rimase impressionato dall'abilità di manovra delle nostre navi, per quanto le ristrettezze economiche di un paese sfinito dal precedente conflitto non permisero il necessario rinnovamento delle unità che mancavano, ad esempio, del radar. 

  Come la pratica avrebbe presto dimostrato, la forza della nostra flotta nel Mediterraneo non fu quella sperata e presto le forze Alleate ne assunsero il controllo. 

  Negli anni del secondo dopoguerra La Maddalena divenne un avamposto strategico per le Forze Americane, allora contrapposte al blocco sovietico ed agli Stati appartenenti al Patto di Varsavia. Sull'Isola di Santo Stefano, la US Navy realizzò nel 1972 quella che ufficialmente avrebbe dovuto essere una base in grado di offrire supporto logistico, con il benestare ufficioso del Parlamento Italiano. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti militari americani, pare che una nave appoggio fungesse da deposito galleggiante per ordigni a carica nucleare. 

  La base americana è rimasta attiva dal 1972 al 2008. Attualmente il presidio è passato alla Marina Militare Italiana e l'accesso al territorio è interdetto al pubblico.

  NOTA: le foto di tutte le opere dell'arcipelago appartengono ad Irene, maddalenina appassionata di fortificazioni militari e, soprattutto, della sua terra natale. I riferimenti storici si basano sul sito  dell'Architetto Pierluigi CIANCHETTI, dedicato al restauro delle opere militari della Maddalena (per consultarlo direttamente clicca QUI).

 

 

Per visualizzare le foto delle Batterie disponibili sul sito, cliccare sulla mappa dell'arcipelago la batteria corrispondente:

 

Home Page