Col di Nava

   Descrizione del Settore

 

  Nava è considerato il Paese della Lavanda e dei Forti Ottocenteschi, come si legge su un cartello poco al di là del Passo; personalmente, lo trovo un posto incantevole. 

  Dal punto di vista storico, è sempre stato un delicato nodo di frontiera già all'epoca della Repubblica di Genova e il Ducato di Savoia, e ancora in epoche successive, in cui si realizzarono batterie campali allo scoperto. Solo in epoca triplicistica, il Regno di Sardegna realizzò i Forti del Colle di Nava per difendersi da un eventuale attacco francese. Ne furono previsti 5, dei quali 4 a difesa diretta del Colle, e uno distaccato (il Forte Montescio), sulla strada che giunge a Nava da Viozene.

  Originariamente, il Forte Centrale sbarrava la strada che dalla Valle Arroscia scollinava in Val Tanaro, oggi tagliato fuori dalla normale viabilità della SS 28. Il Forte Bellarasco, invece, forniva un fuoco di sbarramento consistente preliminare, lungo il tratto che finale che risale le pendici sud-ovest del Col di Nava. In posizione dominante, sui versanti Est ed Ovest, erano previste due torri cannoniere che incrociavano i fuochi sull'intero fondovalle: i Forti Pozzanghi e Richermo.

  Nessuno di questi Forti fu attivamente coinvolto in battaglia. Nel 1940 il nodo venne incluso nello sviluppo del Vallo Alpino come sbarramento arretrato, difeso da una singola Opera 7000 con tiro rivolto alla carrozzabile che collega, appunto, la Valle Arroscia alla Valle Tanaro. Si tratta della numero 209. 

  E' doverosa, inoltre, una visita al Sacrario degli Alpini della Divisione Cuneese realizzato presso il bivio della strada che conduce a Monesi.

  

 

Griglia di Accesso alle Schede Bunker

Forte Centrale ---

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Forte Bellarasco ---

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Forte Richermo ---

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Forte Pozzanghi ---

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Forte Montescio ---

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Opera 209 ---

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