Quando avevo circa dieci anni, scoprii che mio zio aveva un calendario delle fortezze: ai miei occhi di bambino, pareva che certe meraviglie dovessero esistere solo nei Paesi del Nord. Invece, si trattava dei Forti di Genova: quel giorno stavo guardando la foto del Diamante, l'opera più a Nord dai bastioni dello Sperone, camminando sulla cresta che separa la Val Polcevera dalla Val Bisagno.

  Ci sono voluti circa 25 anni per decidere di organizzare la visita (il tempo corre, le idee si accantonano), ritagliando il tempo per uno degli ultimi giri in moto, prima di vendere la Honda: quale occasione migliore? Avrei voluto condividere la bellezza di questo giro con una persona importante, ma le fortezze non si muoveranno di qui, almeno fino a quando avrò la possibilità di tornarci un'altra volta. 

  Saluto Lorenzo, che mi regalò una bella guida a questi forti dopo il servizio militare. E' stata scritta nel 1975: le foto sono in bianco e nero, l'urbanizzazione della città era meno estesa, gli ingressi di quelli più lontani erano ancora aperti; oggigiorno ci si imbatte in sbarre e divieti, cancelli che impediscono l'accesso, case ed asfalto. Certo, è più semplice raggiungerli con l'auto... 

  Per fortuna, il tessuto della città volge in modo netto all'erba delle vette in poche decine di metri, dando l'impressione di essere distanti dei chilometri; data la posizione dominante dei forti, nessun palazzo potrà mai nasconderne la vista, come purtroppo accade ad altri monumenti cittadini. A più riprese sono stati avviati processi di recupero con usi differenti ma, dato l'onere suppongo, la sensazione è che attualmente essi siano tornati nel "dimenticatoio". Sicuramente non da parte dei Genovesi, che continuano a passeggiare, correre, andare in bicicletta su quei percorsi che hanno ancora tanto da raccontare. 

  Per maggiore competenza ed accuratezza sui forti di Genova, potete consultare anche

 www.fortidigenova.com  

 

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